The Coffee 02. Come non innamorarsi del capo by Whitney G

autore:Whitney G. [G., Whitney]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2020-03-27T16:00:00+00:00

La specializzanda

New York, Stato di New York

Natalie

«Quindi mi stai dicendo che non gli dirai mai che sei tu ad avergli dato buca?». Shannon era seduta di fronte a me nella nostra caffetteria preferita. «Non penso che sarebbe chissà che problema, e magari ci riderebbe su. Non pensi?»

«No. Non ne vedo più il motivo, ormai», sorseggiai il mio latte macchiato. «Finora abbiamo un bellissimo rapporto di lavoro e, tutto sommato, mi piace lavorare in una clinica privata, molto più di quanto pensassi. È favoloso».

«Bene, buon per te. Ed è un buon capo?»

«Sì, in effetti. È molto paziente e gentile con me quando si tratta di aiutarmi a compilare tutti i registri, dato che non voglio fare pasticci. Non posso permettermi di incasinare tutto».

«Immagino. Allora, lavorandoci fianco a fianco, sei un po’ meno attratta da lui?».

Cavolo, no… «Sì, un po’», mentii perché non riuscivo ad ammettere la verità sul dottor Ashton. Quell’uomo fondamentalmente era sesso ambulante e in quell’ufficio lo sapevano tutti. Perfino i suoi pazienti lo sapevano. In effetti, ero quasi certa che il venti percento delle sue pazienti fosse perfettamente sana, ma che prenotassero le sessioni di terapia da trecento dollari l’ora solo per poterlo guardare o per provarci.

All’inizio avevo pensato di poter gestire la cosa. Onestamente, avevo pensato che l’effetto che mi provocavano i suoi semplici gesti come offrirmi il caffè la mattina, andare a pranzo o permettermi di assistere alle sessioni, si sarebbe affievolito con il tempo ma, ogni sera, quando ero stesa a letto, le mie dita trovavano la strada sotto gli slip e tutto ciò cui riuscivo a pensare era lui.

Stavo facendo del mio meglio per evitare di trovarmi sola con lui, perché non gli ci voleva molto per eccitarmi ma, ogni occhiata che mi dava e ogni morso dei suoi preziosissimi Twizzlers, non facevano che ricordarmi quanto volessi sentirlo infilato dentro di me.

«Alt». Shannon si alzò dal tavolo al suono del suo cercapersone. «È uno degli specializzandi del primo anno. Devo andare».

«Ci vediamo dopo a casa», dissi. «Aspetta, però. Dimmi una cosa: la specializzazione al Manhattan Medical è come pensavi che fosse? È il lavoro meraviglioso che sognavamo?»

«Assolutamente no». Sorrise, mentendo come avrebbe fatto ogni migliore amica. «È veramente orribile e penso che lo avresti odiato, senza dubbio».

«Grazie».

Mi abbracciò e uscì dalla caffetteria.

Finii di bere con calma il mio latte macchiato e decisi di rientrare in ufficio un’ora prima per svolgere del lavoro straordinario per il dottor Ashton. Non appena entrai nel “nostro” ufficio, però, notai che lo aveva disposto in modo diverso.

Aveva spostato la mia scrivania in un angolo con due librerie accanto piene dei miei faldoni. Non solo, aveva piazzato un séparé tra il mio lato dell’ufficio e quello in cui i pazienti si stendevano sul lettino. Ah, e si era portato via le due ciotole di Twizzlers da “grazie di essere una magnifica specializzanda” che mi aveva dato appena ieri. Le aveva spostate sulla sua scrivania, portando a zero le mie scorte di liquirizie contro le sue sei.

Che diavolo stava succedendo?

«Buongiorno, dottoressa Madison».

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